Olympic Weightlifting: datemi la tecnica e vi solleverò il mondo!

“Il bilanciere, per poter essere sollevato, richiede non solo forza fisica, ma anche e sopratutto velocità, esplosività, coordinazione, volontà! Muscoli gonfi hanno da tempo cessato di garantire il successo; molte altre cose sono necessarie per primeggiare nella pesistica oggi”

SOVIETSKY SPORT PUBBLISHERS – 1988

La tecnica del sollevamento pesi si è evoluta nel corso degli ultimi 60 anni trasformando completamente le alzate e i sollevatori. Il fine ultimo della pesistica di sollevare sempre più kg ha spinto tecnici ed atleti verso un evoluzione costante che ha determinato profonde modifiche nella biomeccanica del gesto e nella struttura fisica dei sollevatori.

Tale trasformazione ha riguardato in modo particolare lo spostamento del corpo dell’atleta sotto il bilanciere, e ha portato l’attenzione dalla forza massimale alla forza tecnica. Parte del merito di questa evoluzione è da attribuire ai cambiamenti regolamentari che si sono avuti nel corso degli anni nelle gare di sollevamento pesi e in particolar modo all’abolizione del Lento Avanti che ha portato alla nascita di un modo nuovo di concepire i pesi meno improntato sulla forza fisica e maggiormente attento alle forze dinamiche. Il bilanciere parte da terra e deve essere portato sopra la testa a braccia tese.

Si è ben presto capito che per poter continuare ad incrementare i carichi non era importante la quantità di forza di cui disponeva il sollevatore ma bensì quanta meno forza doveva impiegare durante l’alzata. Per questo motivo si pose l’attenzione sulla velocità del gesto e sulla distanza che l’attrezzo doveva percorrere per poter arrivare alla chiusura dell’esercizio.

Il sollevatore deve ora concentrarsi sulla produzione di una grande forza verticale al fine di spostare rapidamente il bilanciere ed il corpo dal punto A (posizione di partenza a terra) al punto B (completamento effettivo dell’esercizio). Minor distanza verticale, minore tempo di esecuzione, meno forza fisica devo imprimere per portare a termine l’alzata, tanti più kg riuscirò a sollevare. Ed ecco il concetto di forza esplosiva: “la capacità del sistema neuromuscolare di esprimere la massima forza nel minor tempo possibile” (Bosco).

La necessità di lavorare sulla traiettoria e sulla velocità del movimento portò alla trasformazione delle caratteristiche della pesistica e dei pesisti. Secondo Vorobbeyev: “Un’importante peculiarità degli esercizi olimpici è la brevità della performance che rende quasi impossibile realizzare correzioni coscienti durante il sollevamento del bilanciere”.

Sappiamo che la contrazione muscolare si avvia tramite un segnale elettrico che parte dal cervello. Quando questo segnale arriva alla giunzione neuromuscolare, un processo chimico produce una contrazione muscolare. L’inoltro del segnale iniziale dal cervello ai muscoli non è istantaneo ma è trasmesso tramite sinapsi, pertanto azioni deliberate a livello conscio sono semplicemente troppo lente.

Questo cambia radicalmente i programmi di allenamento, fino a quel momento incentrati quasi esclusivamente sul potenziamento della forza massima e dello sviluppo muscolare, trasformandoli in sedute tecniche che avevano come fine principale quello di creare un bagaglio motorio dal quale il sollevatore poteva attingere durante le alzate massimali.

L’errore principale che viene commesso da tecnici e atleti nel momento in cui viene insegnata/si impara la tecnica della pesistica è quello di considerare quest’ultima come secondaria rispetto alla forza. Per creare un movimento efficace il sollevatore deve dare luogo ad un pattern motorio complesso che si crea attraverso una serie infinita di movimenti eseguiti per lo più in assenza di carico.

Il carico infatti rappresenta la problematica principale in un alzata olimpica, e per risolvere questo problema il cervello deve trovare delle soluzioni adeguate di cui non dispone essendo un neofita. Trova pertanto nella forza fisica la soluzione più semplice andando a causare tutta una serie di vizi tecnici che vengono molto spesso trascinati lungo tutta la carriera dell’atleta se non corretto adeguatamente.Fondamentale in tutto questo è quindi la figura dell’allenatore che deve letteralmente guidare l’atleta nel suo percorso di apprendimento.

Il sollevamento pesi non si studia sui libri né tanto meno sui video di YouTube! Troppo spesso si pone l’attenzione su aspetti secondari dimenticandosi ciò che, sopratutto all’inizio fa davvero la differenza. Dettagli, che però “sbloccano” un movimento tecnico che si è inceppato da troppo tempo sugli stessi kg.

 

La Velocità

Il concetto di velocità andrebbe analizzato attentamente da un tecnico di pesistica. Ha senso parlare di velocità ad un atleta che sta apprendendo la tecnica? E poi, quando si parla di velocità, ci si riferisce alla velocità dell’atleta o alla velocità dell’attrezzo? Se ad un atleta che ha una tecnica approssimativa e piena di imperfezioni cerchiamo di fargli eseguire un gesto più veloce, l’unica cosa che ne verrà fuori sarà una serie di errori tecnici eseguiti ancora più velocemente!

Bisogna analizzare la struttura morfologica di ogni singolo atleta e cercare di studiare la soluzione migliore per poter trasferire la velocità di contrazione muscolare all’attrezzo, impegnato nella sua risalita verticale verso la posizione finale di incastro. Molto spesso invece si considera “veloce” ed “esplosivo”, un atleta che si muove velocemente ma che poi non crea un transfer adeguato al bilanciere impegnato nella sua ascesa ad una velocità decisamente troppo bassa.

Se si analizzano Bulgari e Cinesi, con tutte le peculiari differenze tecniche fra le due scuole, si nota subito che i primi APPAIONO all’occhio più veloci ed esplosivi dei colleghi Cinesi che viceversa, nella loro tecnica perfetta SEMBRANO impiegare qualche millisecondo in più per completare l’alzata. In realtà due scuole così differenti portano al medesimo risultato con un bilanciere che in entrambi i casi viaggia a velocità sicuramente elevatissime. “Duro o Rilassato?”.

Durante il sollevamento degli esercizi olimpici, vi è un continuo alternarsi di tensione e rilassamento muscolare. Imparare a gestire questa alternanza di tensione e rilassamento è fondamentale per eseguire un corretto sollevamento. L’eccitazione psicologica iniziale crea molto spesso una tensione muscolare tra muscoli antagonisti che è soltanto dannosa! Come abbiamo detto in precedenza non potendo esserci un controllo volontario nell’attivazione dei muscoli durante l’alzata olimpica in quanto quest’ultima è troppo veloce, dobbiamo essere in grado di creare un movimento vincolato da una preparazione tecnica adeguata.

Diviene fondamentale rilassare volontariamente i propri muscoli nelle fasi antecedenti all’alzata massimale per poi esplodere in movimenti perfetti creati durante le sedute di allenamento. Buona parte dell’eccitazione psicologia antecedente all’alzata è causata da un unico fattore: IL CARICO!

Tanto maggiore sarà il carico tanto maggiore stress mentale l’atleta dovrà sopportare e, non avendone l’esperienza necessaria per poter gestire adeguatamente la situazione, eseguirà l’alzata in una condizione di contrazione muscolare poco controllata e dunque ancora più dannosa. Federov, in una ricerca della fine degli anni ’50, sosteneva che esiste una stretta correlazione tra massa muscolare e velocità nell’esecuzione tecnica in quanto il maggior tono muscolare andava ad ostacolare il rilassamento dei muscoli stessi.

“La tecnica nella Pesistica è il mezzo attraverso il quale si esprime la forza”

(Chernyak-1971)

La tecnica è studiata per eseguire dei sollevamenti corretti, per sollevare di più e più a lungo in condizioni di sicurezza. I principi essenziali dei vari sollevamenti sono basilari e immutabili e non esistono approcci tecnici differenti a seconda dello sport praticato.

Molto spesso in tanti campi di allenamento di atletica leggera di vedono delle alzate di bilanciere che ricordano vagamente uno Strappo o una Girata di Slancio perchè questi movimenti vanno ad allenare la forza esplosiva. Ma ne siamo sicuri? Un Pesista per sollevare tanti kg deve eseguire il gesto sollevando nel minor tempo possibile e facendo percorrere all’attrezzo la minor distanza possibile. Questo genere di impulsi sono allenanti sulla forza esplosiva.

E allora mi dite che senso e quale transfer può avere uno Strappo o una Girata di Slancio eseguiti ai “due all’ora” e con movimenti inventati? Il continuo miglioramento del movimento rappresenta l’unica strada per poter arrivare ad alzate di buon contenuto tecnico, elemento indispensabile per sollevare buoni kg anche in condizione di scarsa dote fisica.

A cura di Alessandro Mossoni